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Lettere aperta dell'Amministrazione Comunale ai Cittadini sulle tematiche della TARSU (tassa rifiuti solidi urbani) e PATTO DI STABILITA'

 

 

TARSU – Tassa Rifiuti Solidi Urbani Come Stanno le Cose…

A seguito dell’invio dei bollettini di pagamento della TARSU – TASSA RIFIUTI SOLIDI URBANI Anno di Competenza 2011 con scadenza 05 Aprile 2013 e 20 Maggio 2013 , diversi cittadini ci hanno chiesto chiarimenti in merito agli aumenti effettuati e la loro finalità; pertanto abbiamo ritenuto opportuno dare una informazione dettagliata e riepilogativa ricordando una serie di eventi che hanno interessato e interesseranno l’evoluzione tariffaria in merito al servizio di igiene urbana.

 

Ebbene, fino al 31/08/2011 il nostro  Comune è stato sede di discarica operativa e questo oltre all’inevitabile impatto ambientale, ha comportato anche un riconoscimento di indennizzo economico per tale impatto che possiamo così riepilogare:

 

La precedente Amministrazione aveva concordato un indennizzo ambientale forfettario di € 750.000 con una previsione di chiusura dell’impianto di Cà Mascio  al 31/12/2010 e tale indennizzo era stato corrisposto dal gestore della Discarica  nelle seguenti modalità:

·         Anno 2008  €uro 100.000   impegnati nel bilancio comunale per investimenti

·         Anno 2009  €uro 250.000  impegnati  nel bilancio comunale per le spese correnti

·         Anno 2010  €uro 300.000 impegnati nel bilancio comunale  200.000 €uro per spese correnti e 100.000 €uro per investimenti

·         Anno 2011  €uro  100.000 impegnati nel bilancio comunale per spese correnti

 

Successivamente a seguito del protrarsi della chiusura della discarica fino al 31/08/2011 l’attuale amministrazione ha concordato con il gestore un ulteriore indennizzo di € 100.000 iscritti a bilancio nell’anno 2012 per 74.000 €uro per spese correnti e per 26.000 per investimenti. Le somme derivanti dall’indennizzo ambientale, impegnate negli anni per spese correnti, sono state utilizzate dall’amministrazione comunale per coprire il costo totale del servizio di nettezza urbana non coperto dalla tariffa applicata, così come è stato possibile contenere il costo di altri servizi a domanda individuale (trasporto scolastico, mense, scuola materna, ecc… ).

 

 

Partiamo da questo per arrivare all’evoluzione tariffaria della TARSU

 

Nell’anno 2009 il costo per la civile abitazione era di 0,60 €uro al mq. , nel 2010 a 0,80 €uro al mq  e nel 2011  è stato fissato a 1,00 €uro al mq con una percentuale di copertura del costo totale del servizio  di circa il 56% nel 2009 per arrivare a circa l’82% nel 2011 (si specifica che il costo del servizio raccolta differenziata, dall’anno 2009 non ha subito aumenti da parte del gestore se non l’adeguamento dell’indice ISTAT).

Come stavano le cose in altri Comuni del territorio?  Ebbene nel 2009 il costo era in media di circa il 100%  più alto e ancora nel 2011 era in media più alto del 25% con punte anche del 50% . La tassa per le destinazioni diverse dalla civile abitazione ha la stessa media con punte ancora più alte . Naturalmente occorre prendere a riferimento i Comuni che hanno analogia con il nostro cioè che  applicano la TARSU, perché ad esempio i comuni come Urbino e Colbordolo sono a TIA e la riscossione viene effettuata direttamente dall’ente gestore con la copertura del 100% del servizio e quindi con costi per il cittadino ancora superiori. Naturalmente i dati, per i Comuni a TARSU,  sono verificabili nei relativi siti  sulle delibere di giunta o consiliari dei relativi anni.

 

Per l’anno 2012 per quello che ci riguarda si è aggiunta una ulteriore variante: lo smaltimento nella discarica di Cà Lucio dei rifiuti indifferenziati, un costo che negli anni precedenti gravavano solo in minima parte nel bilancio comunale in quanto smaltivamo a costo ridotto nella nostra discarica (18 €uro a tonnellata + Ecotassa , anziché 70 €uro + Ecotassa di oggi ). Tale costo è stato un po’ mitigato dalla riduzione dell’Ecotassa a 14 €uro a tonnellata anziché 24 €uro , in quanto nel 2011 abbiamo superato il 60% di raccolta differenziata , su circa 570 Tonnellate smaltite nel 2012 il minor costo è stato di circa 5.700 €uro .

E’ altrettanto evidente che un minor numero di tonnellate smaltite in discarica con l’aumento della percentuale di raccolta differenziata comporta anche un minore costo di smaltimento ed è per questo che occorre continuare a migliorare questo rapporto. Si comunica che anche nel 2012 abbiamo superato la soglia prevista del  65% di raccolta differenziata  e tale beneficio dovrebbe ripetersi per le tonnellate smaltite nel 2013.   

 

Per il 2012 l’adeguamento delle tariffe sull’uso a civile abitazione è stato del 10% proprio per far fronte a questo ulteriore costo, riducendo comunque di qualche punto la percentuale di copertura. Nulla è dovuto in tariffa per la gestione post-mortem della nostra discarica in quanto già accantonato durante lo smaltimento dal gestore come previsto dal piano industriale di chiusura.

 

Pertanto ci sentiamo di affermare che pur nelle difficoltà, siamo riusciti fino ad ora a mantenere i costi per i cittadini fra i più bassi del territorio , anzi forse il più basso in assoluto se consideriamo tutte le fasce tariffarie e non solo l’uso di civile abitazione. Una consuetudine che forse era da correggere è l’invio posticipato della bollettazione rispetto al periodo di competenza, anche se ciò era a vantaggio del cittadino (la bollettazione inviata come ricordato riguarda il 2011, è  nei prossimi mesi si dovrà necessariamente procedere alla riscossione anche dell’anno 2012 ).

 

Allo stato attuale, per il 2013 non ci sarà più la TARSU ma l’incognita TARES, con ulteriori aggravi di costi per i cittadini , in quanto prevede una copertura economica del 100% del servizio più una quota a benefico dello Stato Centrale che in aggiunta all’ IMU in un periodo di crisi e mancanza di lavoro come questo comporta un aggravamento delle difficoltà dei cittadini, delle imprese e di tutto il sistema socio-economico. Naturalmente l’evoluzione quotidiana della situazione a livello statale non ci permette di avere un quadro chiaro e definitivo delle disposizioni.

 

 

PURTROPPO LO STATO CENTRALE STA’ SCARICANDO I COSTI DELLA CRISI TUTTA SUGLI ENTI LOCALI, SIA IN TERMINI :

·         DI MANCATI TRASFERIMENTI : 125.000 €URO IN MENO NEL 2013 PER IL NOSTRO COMUNE ,

·         DI IMPOSIZIONE FISCALE :  CI OBBLIGA  AD APPLICARE LE TASSE ANCHE PER SUO CONTO  COME HA FATTO CON L’IMU E COME SI APPRESTA A FARE CON LA TARES ,

·         DI RIDUZIONE DELLA SPESA PER INVESTIMENTI E MANUTENZIONI :  APPLICAZIONE DEL PATTO DI STABILITA’ ,

E ANCORA NULLA CI HA RICONOSCIUTO PER I MAGGIORI COSTI  SOSTENUTI  PER L’EMERGENZA  NEVE  DEL 2012 RENDICONTATI ALLA REGIONE MARCHE per  € 92.000, di cui € 53.369 pagati alle imprese per lo sgombero neve.

 

Per quello che ci riguarda proseguiremo nella strada della ottimizzazione dei costi e dei servizi in collaborazione ad altri Comuni ed enti , sempreché il continuo innalzamento dell’asticella da parte dello  Stato non diventi insuperabile , in tal caso sarebbe inutile ogni azione così come sarebbe inibita ogni possibilità di autonomia amministrativa.




Il Patto di Stabilità : questo sconosciuto … !

 

CHE COS’E’ IL PATTO DI STABILITA’ INTERNO?

E’ l’accordo che lo Stato Italiano ha assunto con gli altri Stati Europei, in sede comunitaria, in base al quale anche i Comuni devono contribuire alla riduzione del debito pubblico nazionale, osservando, di anno in anno, regole sempre più restrittive. Regole che mettono in difficoltà gli stessi Comuni nella realizzazione della programmata attività a favore della cittadinanza.

 

Dal 1 gennaio 2013 anche i comuni la cui popolazione  è compresa tra 1001 e 5000 abitanti, devono rispettare il PATTO DI STABILITA’, quindi anche Montecalvo in Foglia.

 

E PERCHE’ IL PATTO DI STABILITA’ BLOCCA IL COMUNE?

Il Patto di stabilità, in sostanza, impone un limite tassativo nei pagamenti, soprattutto per quanto riguarda i lavori pubblici. Questo sistema  restringe l’autonomia del Comune (la cui gestione risulterà fortemente ingessata per rispettare i vincoli), impedendo a noi Amministratori sia di realizzare nuove opere pubbliche, vista anche l’impossibilità di contrarre nuovi mutui (prestiti per conseguire lo sviluppo del nostro territorio), sia di effettuare quei sacrosanti interventi di manutenzione straordinaria che le infrastrutture richiedono in maniera sempre più urgente.

L’unica strada che le regole lasciano percorribile è che tutto si traduca in un azzeramento degli investimenti, nonché nel ritardo dei pagamenti alle imprese (ove possibile) a fronte di interventi in conto capitale decisi in anni precedenti. Anche per l’ANCI (Associazione dei Comuni), l’applicazione del patto di stabilità ai comuni con meno di 5000 abitanti è una prospettiva insostenibile (prospettiva che i continui tagli statali non hanno fatto altro che peggiorare).

 

Tra l’altro gli stessi Enti, nel 2013, sono impegnati ad associare obbligatoriamente tutte le funzioni fondamentali: un processo di per sé già complesso, ma che lo diventa ancor di più vista la rigidità delle regole del patto di stabilità.

 

La strada imposta dallo Stato di accrescere le entrate attraverso l’aumento delle tasse, visto il periodo che stiamo vivendo con l’istituzione di nuove imposte (ad es. IMU, TARES) , reputiamo sia una scelta scellerata.

 

Lo strumento del Patto di Stabilità è stato pensato dall’Unione Europea per tenere sotto controllo i conti pubblici e ridurre il deficit ed i debiti accumulati negli anni. Ma l’Europa ha posto gli obiettivi: come raggiungerli spetta ai singoli Paesi! Come spesso ribadito dall’ANCI si devono escludere dal calcolo del patto, gli investimenti tesi a favorire la crescita locale e gli importi concernenti i trasporti, la scuola, la sicurezza, la tutela del territorio e tutti i settori strategici. Invece, giorno dopo giorno diventa più difficile progettare scelte politiche per il proprio territorio e noi amministratori ci stiamo trasformando in semplici esecutori di scelte di altri. Ma se questo deve essere il futuro allora tanto vale lasciare il compito di amministrare ai tecnici (come l’ultimo Governo), responsabili uffici di ragioneria e revisori dei conti.

 

Riteniamo, però, che non sia questa la soluzione: spetta alla Buona Politica riappropriarsi del ruolo che le spetta, inteso come progettualità, idee, proposte.

 

COSA SUCCEDEREBBE AL COMUNE E, DI RIFLESSO AI CITTADINI, SE NON RISPETTASSIMO IL PATTO DI STABILITA’?

Se non rispettassimo il patto di stabilità incorreremmo in una serie di sanzioni molto pesanti, fra le quali: riduzione dei trasferimenti ordinari dovuti dal Ministero al Comune (cioè soldi che lo Stato versa al Comune annualmente). Una conseguente forte riduzione delle spese correnti. Nell’anno 2014, in caso di mancato rispetto del patto, il Comune dovrà azzerare le spese per le manutenzioni ordinarie (strade, verde pubblico, ecc.) e ridurre drasticamente l’erogazione dei servizi socio-assistenziali, determinandosi quindi un pesante rallentamento dell’attività amministrativa anche in termini di risposte alle legittime istanze dei cittadini.

 

ABBIAMO VOLUTO CON QUESTO PIEGHEVOLE DARE INFORMAZIONE SU DUE QUESTIONI DI INTERESSE LOCALE E NAZIONALE, SU CUI SI STA DIBATTENDO FRA LA CITTADINANZA, IN MODO DA RENDERE ESPLICITA E TRASPARENTE L’AZIONE AMMINISTRATIVA E LA SITUAZIONE IN CUI DOBBIAMO OPERARE.


L'Amministrazione Comunale

 

di Montecalvo in Foglia

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